Affluenza spagnola

 

In copertina: l’Iryo del nostro articolo in stazione a Barcelona.

In viaggio con Iryo

Lo spazio dedicato ai viaggiatori Iryo all’interno della stazione di Barcelona Saints.
Sono le 13:45 in punto di giovedì 13 febbraio quando l’Iryo 06014 comincia a muoversi dal binario tre della stazione di Barcellona Saints con destinazione finale Siviglia Santa Justa. L’arrivo è previsto dopo poco meno di quattro ore di viaggio, alle 17:37, dopo circa 600 km percorsi interamente sulla rete spagnola ad alta velocità, realizzata a partire dalla seconda metà degli anni Novanta a scartamento ordinario.
Il convoglio utilizzato per questo servizio  è lo 008 e come tutti gli altri ventidue della flotta spagnola mantiene la livrea Trenitalia d’origine, con tanto di brand Frecciarossa a metà fiancata; le uniche differenze sono la mancanza del logo Trenitalia sostituito da quello Iryo in bianco e dalla presenza delle bandiere dell’Unione Europea e della Spagna sulle unità di testa.
Il Frecciarossa 1000 con il logo Iryo.
L’uscita dalla stazione sotterranea è abbastanza rapida ed a circa cinque minuti dalla partenza il treno viaggia già ad oltre 120 km/h; altri cinque minuti e la velocità è stabilmente intorno ai 190 km/h. Alle 14, quando siamo all’altezza di Martorell, città distante poco più di 30 km dalla capitale catalana e famosa per i suoi insediamenti industriali, la velocità comincia as aumentare e ben presto si stabilizza intorno ai 275 km/h. La linea corre parallela all’autostrada A2, e le macchine che la percorrono in velocità viste dal treno sembrano quasi ferme. La giornata è primaverile e, nonostante la presenza di qualche nube, il sole risplende sul paesaggio agricolo circostante, con tanti frutteti e qualche serra per gli ortaggi. Approfitto dell’ora di percorso sino a Saragozza, unica fermata fino a Madrid, per osservare che il treno viaggia pieno circa al 40%: nelle carrozze da 4 a 8 della classe Singular, l’offerta base su questo treno, è libera una poltrona su due; leggermente più alta la frequentazione nelle carrozze 2 e 3, cioè quelle dedicate al servizio business, per Iryo Singular Only You, nel quale sono occupati più della metà dei posti. Da notare che l’Iryo, ovvero l’ETR 400 spagnolo, ha una configurazione interna leggermente diversa rispetto ai treni Frecciarossa in servizio in Italia. Intorno alle 14:30 passa una coppia di addetti con il carrellino della ristorazione: avendo scelto di viaggiare nella classe più economica il servizio è a pagamento, ma decido comunque di non fruirne.
Alle 14:58 si comincia a perdere velocità e dai 250 km/h si scende a solo 175; il convoglio affronta lo scambio che ci porterà alla stazione di Saragozza Delicias percorrendo poi una tratta di una dozzina di chilometri ornata dai pali della catenaria di un gradevole colore blu. Il personale di bordo annuncia l’arrivo in stazione, che avviene alle 15:09, con un minuto di ritardo dunque rispetto all’orario.
La sosta a Saragozza. Il logo Frecciarossa e il tricolore italiano sono ben visibili al centro delle carrozze.
Molti i viaggiatori in salita, adesso oltre il 70% dei posti sul treno sono occupati. In uscita da Saragozza il paesaggio cambia del tutto, ora è decisamente più pianeggiante e costellato di pale eoliche. Il treno riprende la sua corsa in linea ed in breve raggiunge i 280 km/h, velocità che manteniamo per circa mezz’ora. Di tanto in tanto si ondeggia, anche se non più di quanto capita sugli elettrotreni gemelli Frecciarossa 1000 sulla rete italiana, ed in generale il livello di comfort è abbastanza alto, senza particolari rumori e con un sibilo di fondo decisamente sopportabile. Annotiamo che i fastidiosi cigolii delle bagagliere porta valigie si sentono in Italia come qui in Spagna. Sebbene il viaggio sia ormai quasi alla fine noto come non ci sia stato alcun controllo a bordo dei biglietti, cosa oggettivamente inutile visto che la prassi spagnola prevede per accedere al treno due barriere, una di sicurezza ed una di accesso al binario, con le quali vengono agevolmente verificati i titoli di viaggio e gli stessi viaggiatori.
In stazione a Madrid Atocha il nostro Iryo affianca un TGV della Ouigo, sussidiaria della francese SNCF.
Il treno rallenta, segno che ci stiamo avvicinando alla capitale Madrid, mia destinazione, e comincio a raccogliere le mie cose ovvero il giubbotto, il cavo con il quale ho ricaricato il telefono a bordo e lo zaino, unico bagaglio di questa mia veloce trasferta. Mi preparo per scendere e, con la macchina fotografica in mano, mi sorge una riflessione: penso infatti a come è diverso viaggiare oggi rispetto al passato, non quello ormai remoto degli Intercity degli anni Novanta, ma quello di solo dieci o quindici anni fa, quando l’alta velocità esisteva già. Chi avrebbe mai pensato infatti di poter viaggiare su un Frecciarossa, oltre che tra Roma e Milano,  anche tra le due più importanti città della Spagna?
Le banchine e i treni a Madrid Atocha. Insieme ai due Ouigo e all’Iryo troviamo un pato, il Talgo con il muso a becco d’anatra con il quale viene espletato il servizio Avlo di RENFE.

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