Bassi nella Manica

I veicoli a sagoma inglese

Di Michele Mingari
DATO PER SCONTATO il concetto di sagoma limite (ingombro sui binari in altezza e larghezza di un veicolo), è noto di come il “gabarit” * inglese preveda dimensioni ridotte rispetto a quelle ammesse sulla rete continentale europea. In particolare è la larghezza dei rotabili che circolano in Gran Bretagna che differisce in modo significativo dal valore ammesso da tutte le altre amministrazioni ferroviarie. Prima di continuare nell’esposizione di questo argomento è doverosa una precisazione: le prescrizioni relative alla sagoma limite si riferiscono al traffico internazionale, con lo scambio di carri, carrozze e, da un po’ di anni sempre più frequentemente, anche materiale motore. Ogni singola amministrazione, all’interno della propria rete può tuttavia derogare e ammettere veicoli fuori sagoma: così, per esempio, la Spagna avrà, per via dello scartamento largo, veicoli di maggior ingombro in larghezza; pertanto ovviamente, al di là della possibilità di cambiare gli assali, tale materiale è tassativamente escluso dalla circolazione internazionale. Abbiamo dunque compreso come la dimensione più importante della sagoma limite sia la larghezza del veicolo: 3150 mm è il valore massimo ammesso dalle norme UIC.
Una famosa foto da “Life” illustra l’enorme differenza di sagoma tra la P-7 americana a destra e la “Duchess of Hamilton” inglese, trasportata attraverso l’Atlantico per essere esibita all’esposizione mondiale di New York del 1939.

Fatta questa breve introduzione passiamo senz’altro a una rapida e sintetica carrellata sul materiale FS a “sagoma inglese”, ammessi cioè al traffico sulla rete ferroviaria britannica.

All’inizio degli anni Trenta esisteva un fiorente traffico di prodotti ortofrutticoli tra l’Italia e l’Inghilterra a cura di società private che provvidero a dotarsi di carri refrigeranti serie Hgb con caratteristiche adeguate per essere ammessi a circolare sulla rete inglese allora divisa e gestita da diverse compagnie. I carri in particolare erano dotati di freno a vuoto “tipo inglese” e naturalmente la loro larghezza, tutto incluso, era ridotta a 2544 mm vale a dire 360 mm in meno rispetto ai coevi carri a sagoma normale per servizi analoghi. Come si nota dalle foto in basso, oltre alla specifica iscrizione compare una fascia longitudinale rossa sulla fiancata del carro a mezz’altezza ed è presente un’ulteriore fascia dello stesso colore – presto soppressa, insieme al disco posto subito sopra sulla sinistra – alla base del portellone di carico che indicava la specializzazione al trasporto di derrate alimentari. Le FS a partire dal 1931 fecero costruire su telai preesistenti 700 carri di questo tipo di cui 550 con garitta, la maggior parte (500 unità) immatricolati come carri privati.

Carro Hgb 932.085 noleggiato alla Società dei Ferry Boats per l’Inghilterra, anno 1932. Foto da Rivista Tecnica FS.

Verso la fine della loro lunga carriera diversi carri Hgb, poi Ifms secondo la marcatura UIC, videro i portelloni originali sostituiti con altri di tipo più moderno.

Un treno derrate di frigoriferi a Genova Brignole in attesa di ripartire verso la Francia via Frejus il 16 settembre 1978. I carri sono quasi tutti a sagoma inglese e in parte hanno già ricevuto la cancellazione della striscia rossa. In testa la coppia di E.626.249 e 367. Foto Michele Mingari.

Un anno prima le FS avevano poi commissionato 600 coperti anch’essi in sagoma inglese serie Eb (poi da fine anni Trenta Fb) per il trasporto di prodotti agricoli e derrate non deperibili, di cui 450 con garitta, tutti immatricolati nel parco privato. Caratterizzati da tutti i componenti che ne permettevano il transito sulla rete della Gran Bretagna, ricalcavano nelle linee i carri F (E) Tipo 1925. La coloritura in rosso vagone aveva portato a utilizzare il bianco in luogo del rosso per la fascia che contraddistingueva i carri a sagoma inglese e anche in questo caso ne era presente un’altra, più breve, alla base del portellone di carico.

Il carro Eb 991 208 mostra come inizialmente non fosse presente il simbolo dell’ancora – indicativo dell’abilitazione dei carri a essere traghettati sulla Manica – inserito in alto a sinistra a partire dagli anni Quaranta. La vistosa stanga del freno a mano manovrabile da terra in posizione centrale era un’altra carattersistica dei carri a sagoma inglese. Foto FS.

I carri Fb ricevettero anch’essi la classificazione UIC dopo il 1968. Vediamo qui lo Hfhs 214 8 842-9 in sosta a Mondovì Il 31 dicembre 1975. Foto Michele Mingari.

Un ulteriore sviluppo dei carri a sagoma inglese si ebbe con i refrigeranti Hgb del 1947, derivati dal progetto che aveva dato origine al Tipo 1937/38 con cassa metallica e passo 4500 mm. Ne furono costruiti 318 esemplari di cui solo 14 con garitta. Foto FS.

Mentre il simbolo dell’ancora, prima “sciolto” e poi inquadrato in un rettangolo era l’indicatore specifico “ufficiale” dei carri a sagoma inglese, la riga orizzontale è stata una caratteristica dei carri FS, la cui soppressione fu peraltro disposta nella seconda metà degli anni Settanta. Un’altra riga rossa orizzontale si è vista su alcuni carri, frigoriferi e coperti, sia a sagoma inglese sia a sagoma continentale, che indicava l’attitudine del veicolo al cambio di scartamento, dallo standard 1435 mm a quello di 1668 mm in uso nella Penisola Iberica.

Nel 1967, sulla base del progetto Standard UIC di carri refrigeranti a grande capacità, furono realizzati 150 carri  in sagoma inglese, immatricolati nel parco FS ma inizialmente di proprietà della società INTERFRIGO con sede svizzera a Basilea. Ben presto questi carri, pur rimanendo all’interno del circuito INTERFRIGO, confluirono in gran parte in carico alle FS una volta cessata la pratica dell’attribuzione di carri ai privati.

Il carro a grande capacità e sagoma inglese Ibefhqrs 11 RIV 83 819 3 049 ancora inserito nel circuito INTERFRIGO, a Cuneo il 13 settembre 1980 già privo della fascia rossa ma ancora con tutte le caratteristiche per espletare i servizi verso la Gran Bretagna. Foto Michele Mingari.

Il carro Ibcefs 809 23 13-5 a Savona il 3 febbraio del 1985. Foto archivio ACME.

Da fine anni Sessanta il parco FS si arricchì ancora di ben 1100 carri coperti serie Hfhs-v atti al traffico verso la Gran Bretagna, 700 entrati in servizio a partire dal 1966 con pareti a foderine di legno e 400 consegnati a partire dal 1969 con cassa rivestita di pannelli in laminato sintetico.

Carri Hfhs-v con pareti in legno nuovi in attesa della consegna alle Officine Meccaniche della Stanga nel 1966. Si può notare all’estremità sinistra della foto la differenza di sagoma col carro Gs a sagoma normale. Foto OMS, collezione Michele Mingari.

Carro Hbfhs 21 83 238 7 285 (ex Hfhs) con pareti in laminato accantonato a Novi San Bovo nel dicembre 1999 con in evidenza il simbolo dell’ancora e la traccia della fascia bianca. In questo esemplare è presente una garitta per il frenatore che equipaggiava una cinquantina di questi veicoli. Foto Michele Mingari.

In conclusione possiamo dire che il parco dei carri FS a sagoma inglese è stato storicamente piuttosto limitato ed è stato costituito da soli carri coperti e refrigeranti. Altre amministrazioni – in particolare quella francese SNCF seguita da quella belga – ne hanno invece posseduti di tutte le tipologie, dal pianale alla ferrocisterna, dalla bisarca a due piani trasporto auto al carro aperto a sponde fino alla tramoggia per cereali.

Nel 1982 Ferrosud ha costruito 200 carri a pareti scorrevoli a carrelli di grande capacità per il trasporto di merce pallettizzata serie Habfis, naturalmente a sagoma inglese. Foto Michele Mingari.

* Termine francese utilizzato ufficialmente in ambito UIC per indicare la sagoma limite.

 

 

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