In copertina: il complesso formato dalla ALe 783 001, dalle rimorchiate Le 813 001 e 002 e dalla ALe 783 002 è in sosta a Castel Bolognese il 13 febbraio 2008. Foto Luca Rambaldi.
Di Luca Rambaldi
con dati storici a cura di Francesco Comaianni
In questi giorni di grande attenzione verso le elettromotrici ALe 601 e relativi rimorchi, vale la pena spendere qualche riga per raccontare di due gruppi molto modesti, complessivamente sole sei unità, derivati entrambi proprio dalle più famose e più veloci elettromotrici che abbiano mai circolato sulla rete FS.
Si tratta di due piccole serie di rotabili realizzate quando ormai le ALe 601 avevano concluso la loro carriera alla testa di Rapidi ed Intercity e si stava cercando comunque di recuperarne alcune tra le unità ancora utilizzabili per adibirle a servizi di minore importanza. In tal senso molti ricorderanno la realizzazione dei sedici complessi ALe 841 – Le 561 – Le781 e ALe 841, ottenuti da trentadue elettromotrici ed altrettanti rimorchi tra il 1994 ed il 2004 ed utilizzati per molto tempo in Sicilia ed in alcune regioni del nord Italia, ma pochi ricordano o conoscono i gruppi ALe 783 con i rimorchi Le 813/Le 783, costituiti rispettivamente da solo quattro motrici e sei rimorchiate, o addirittura il gruppo ALe 603 di due sole unità, tutti utilizzati per poco più di cinque anni in servizi afferenti il nodo ferroviario di Ancona.
Le sei elettromotrici, quattro ALe 783 e due ALe 603, con i relativi rimorchi, furono il risultato di una trasformazione molto più leggera rispetto a quelle operate sulle ALe 841 e rimorchi, poiché gli interventi si focalizzarono prevalentemente sull’aumento del numero dei posti a sedere, requisito molto importante per dei rotabili che sarebbero stati destinati quasi esclusivamente al traffico locale.
All’esterno, la modifica di maggiore impatto fu certamente l’adozione delle porte pneumatiche scorrevoli in sostituzione di quelle originarie a battente; la carpenteria della parte posteriore della cassa, invece, non venne alterata come nel caso delle ALe 841, limitando l’intervento alla sola rimozione del banco di manovra, all’accecamento dei finestrini curvi con semplice verniciatura in bianco e alla rimozione, peraltro solo sulle rimorchiate, delle porte della testata posteriore; solo su queste unità vennero anche eliminati i fanali ed i relativi vani.
Sul tetto, in accordo con le linee guida dei primi anni Duemila per i mezzi destinate al traffico regionale, venne applicato un impianto di aria condizionata del tutto simile a quello in opera sulle automotrici ALn 668/663; questa modifica non venne però prevista sulle due ALe 603 trasformate presso la FERVET di Castelfranco Veneto, che conservarono il tetto nella configurazione classica delle ALe 601 e l’impianto di condizionamento originale. L’intercomunicante, del tipo a mantice come nelle elettromotrici originali, rimase in opera pur se permanentemente in uso.
All’interno, come detto, gli interventi furono decisamente più impegnativi, con la sostituzione dei sedili con altri di forma e dimensioni molto diversi, l’installazione di un nuovo impianto di illuminazione e una diversa conformazione del cielo di tutte le unità. Questi interventi di trasformazione sulle motrici ALe 783 e rimorchiate Le 783 e Le 813 furono effettuati in economia all’interno del deposito locomotive di Ancona, sia da personale FS sia da personale di ditte esterne e si conclusero a fine novembre 2004.
A proposito di questi poco conosciuti rotabili, vale la pena di ricordare alcune peculiarità che li hanno contraddistinti durante la loro breve carriera. Le due ALe 603 ebbero la zona della cabina verniciata in solo verde, lasciando in blu la sola porta di accesso, rendendole facilmente riconoscibili rispetto alle ALe 783; queste ultime, assieme a tutte le sei rimorchiate, pur regolarmente registrate amministrativamente come ALe 783, Le 813 e Le 783 mantennero per circa due anni e mezzo la marcatura del rotabile dal quale provenivano e solo nel 2007, in occasione di un passaggio in officina, vennero finalmente applicati sulle fiancate i numeri identificativi dei nuovi gruppi!
Nella loro breve carriera, questi convogli bloccati non sono certamente assurti agli onori delle cronache per particolari vicende o per l’effettuazione di chissà quale treno importante. I tre convogli furono prevalentemente utilizzati come treni regionali tra Ancona e Pescara, tra Ancona e Castel Bolognese/Rimini e tra Ancona e Foligno via Terontola, effettuando tutte le fermate intermedie e dunque con velocità medie che non superavano quasi mai i 70 km/h; il complesso comprendente le due ALe 603 venne utilizzato anche per la coppia di treni R12110 e R12131 tra Ancona e Roma Termini via Orte, finendo così col percorrere la parte meridionale della Direttissima Roma – Firenze, quasi a volersi riprendere quella scena che per via dello scorrere del tempo era stata loro tolta.
L’elemento che più di altri, tuttavia, ha reso singolare la storia di questi rotabili derivati dalle ALe 601 è stat certamente la lunghissima fase di accantonamento. Infatti, dopo l’immissione in servizio in gran numero dei locomotori E.464, le tre quaterne vennero accantonate, già agli inizi del 2010, all’interno dell’impianto del capoluogo marchigiano dal quale furono poi parzialmente trasferite, nello stesso anno, presso l’ex squadra rialzo di Bari Lamasinata, dove sono rimaste assolutamente immobili per quasi quattordici anni. Solo nel settembre di quest’anno le tre elettromotrici ALe 783.001, 002, 004 ed i quattro rimorchi Le 813 001 e 002 e Le 783 001 e 002 sono stati conferiti alla BB Bari S.r.l., già Bilfinger Berger, per la demolizione. La Ale 783.003, rimasta bloccata ad Ancona per alcuni anni a causa di un problema alla circolazione, una volta messa in condizione di viaggiare è stata trasferita nel 2018 alla Vico di San Giuseppe di Cairo per essere immediatamente demolita insieme ai due rimorchi Le 813 003 e 004 e alle due ALe 603.
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